Le case che parlano sono da sempre le mie preferite, mi incuriosisce scoprire la vita dei suoi occupanti attraverso gli oggetti, gli arredi, quadri e fotografie. Non tutte le case parlano, anzi al dire il vero solo alcune, ma quali sono?
I portali web di annunci casa sono il veicolo pubblicitario necessario nel mio lavoro e i clienti passano il dito sul proprio smartphone nel scorrere foto e foto di immobili fino allo sfinimento. La regola per aver un buon impatto visivo è rendere queste foto chiare, il meno personali possibili, luminose e cercando di valorizzare gli ambienti, insomma quasi come sfogliare un catalogo di arredamento. Ecco le case che parlano non hanno un buon impatto fotografico, in pubblicità ne mostro gli esterni, perché di solito si tratta di immobili importanti, con una loro storia di 2-3 generazioni, costruite negli anni dei nostri nonni o dei nostri genitori. In questi giorni un mio caro amico mi ha affidato la vendita di una casa, una villa nello specifico, l'avevano costruita i nonni. Un'architettura dalla linee gradevoli e moderne per l'epoca, al suo interno appena vi metto piede mi tuffo nella vita passata di questa casa, lasciata chiusa da anni ma intatta nella sua rappresentazione della quotidianità domestica. Passo da una cantina piena di attrezzi atti a qualsiasi riparazione ad un ingresso con una bella scala in marmo chiaro sovrastata da un'ampia vetrata che mi porta al piano primo dove si sviluppa l'abitazione, qui tutto mi parla degli suoi abitanti. È intatta come è stata lasciata in una giornata qualunque, vi sono i giornali dei programmi TV come tv Sette...ve li ricordate? Ci sono le fotografie, tante, dei nipotini, delle feste, il servizio di piatti di quelli buoni, la cristalleria, i dischi in vinile, i suppellettili in ceramica, la copertina sul divano, le giacche ben ordinate, la rubrica del telefono, i mazzi di chiavi sulla credenza e poi uno sguardo al mobilio, moderno per quei tempi lontani e ricercato per i nostri tempi. L'atmosfera è un po' malinconica, ma a tratti sorprendente perché ti ci ritrovi nel ricordare persone e cose lontane ma belle. Al mio amico il compito di riporre 60 anni di storia in qualche scatolone, a me il compito di far rivivere quelle mura.
A risentirci
Regina
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